Claudia Marsili Floriterapeuta

Fiori di Bach, Gravidanza, Educatrice Perinatale, Nascita, Emozioni

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Ti racconto chi era il Dr. Edward Bach

12/07/2017 By Claudia Marsili Lascia un commento

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Chi era il dottor Edward Bach, padre della Floriterapia? Un ricercatore, uno sperimentatore, uno stimatissimo medico che ha inseguito per tutta la vita quella vocazione interiore che lo ha spinto ad andare contro tutti per realizzare ciò in cui profondamente credeva. Edward Bach era soprattutto un uomo, sicuramente non perfetto, anzi forse pieno di difetti, come ognuno di noi, un uomo che ha incontrato tante difficoltà nella sua vita e attraversato molte sofferenze, ma ciò che è certo è che nella sua fragile condizione umana, erano celate quella genialità, quell’estrema ricchezza e profondità spirituale, che lo hanno portato ad accogliere l’intuizione di un metodo meraviglioso che ha poi donato a tutti noi e da cui tantissime persone in tutto il mondo hanno tratto e traggono tuttora grande ispirazione. Ha dedicato la sua vita a realizzare questa missione, per il bene dell’umanità intera.

Edward Bach: l’infanzia e gli studi di medicina

Edward Bach nasce il 24 settembre 1886 in un villaggio a circa tre miglia da Birmingham. È un bambino molto gracile, sensibile e intuitivo; crescendo passa le sue vacanze di villaggio in villaggio, attraversando montagne e dormendo all’aperto, immerso nella natura a cui si sente da sempre intimamente legato.

Dopo aver lavorato per qualche anno nella fonderia di famiglia, realizza il suo sogno di laurearsi in medicina, anche se piuttosto che studiare preferisce girare per le corsie d’ospedale e osservare i pazienti, ed è proprio grazie a questo contatto che realizzerà il concetto che: “Nel trattamento di una qualsiasi patologia, la personalità dell’individuo gioca un ruolo più importante del corpo”.

I medici, secondo lui, dedicano troppo poco tempo allo studio dei malati, concentrandosi eccessivamente sul lato fisico della malattia, dimenticando che gli individui non sono costruiti in serie: trascurano così i sintomi più significativi e importanti della malattia.

Edward Bach: gli studi di immunologia e i 7 nosodi

I suoi studi di immunologia lo portano a scoprire che alcuni batteri intestinali sono strettamente collegati con le malattie croniche. Sintetizzerà un vaccino e i risultati che otterrà con questa tecnica andranno ben oltre ogni aspettativa.

La salute del dottor Bach purtroppo non è buona al tempo della prima guerra mondiale ma, nonostante questo, diviene responsabile di oltre 400 posti letto per i reduci di guerra presso l’ospedale universitario, oltre al suo lavoro al reparto di batteriologia e a quello di assistente clinico presso l’ospedale della scuola medica. Lavora instancabilmente fino addirittura a svenire sul tavolo del laboratorio. Le sue condizioni di salute sono molto critiche, gli verrà diagnosticato un tumore, e i medici gli daranno 3 mesi di vita. Per lui sapere di avere il tempo contato è uno stimolo ulteriore a portare avanti il suo lavoro nel quale si getterà così tanto intensamente che quella che rimane perennemente accesa nel suo laboratorio è definita “la luce che non si spegne mai”. Con il passare delle settimane inizia a sentirsi più forte e allo scadere dei 3 mesi scopre di stare meglio di quanto non fosse mai stato negli ultimi anni. Questo lo porta a riflettere sul motivo della sua guarigione e giunge alla conclusione che: “Un interesse totale, un grande amore, una finalità precisa sono fattori decisivi per la felicità dell’uomo sulla terra”, e quindi per la sua salute.

Dal 1919 al 1922 è batteriologo presso l’ospedale omeopatico di Londra, e lì leggerà l’”Organon” di Hahnemann, fondatore dell’omeopatia. Si rende conto che esistono molti punti in comune tra le osservazioni fatte da Hahnemann e le sue, seppur raggiunti per vie diverse. “Curare il malato e non la malattia” è il loro punto d’incontro principale.

I sette vaccini orali chiamati “Sette nosodi di Bach” sono sempre più soddisfacenti nella cura delle malattie croniche, acclamati e largamente utilizzati da medici omeopati ed allopati non solo nel Regno Unito, ma anche in Germania e negli Stati Uniti.

Contemporaneamente Bach svolge uno studio sul tipo di personalità dei pazienti: quando è certo che ai sette gruppi batterici corrispondano altrettante personalità specifiche, egli dimostra la fondatezza delle sue convinzioni, cioè che curando i pazienti secondo le loro tipologie caratteriali si ottengono risultati al di là di ogni aspettativa. Scritti e conferenze ne ampliano la fama tanto da essere considerato il “secondo Hahnemann“.

Edward Bach: il richiamo della Natura e un ricevimento illuminante

E’ tra il 1928 e il 1930 che Bach si dedica allo studio di piante ed erbe, con le quali spera di sostituire i sette nosodi. Una sera, mentre si trova ospite ad un ricevimento, inizia ad osservare attentamente gli invitati, finché improvvisamente viene illuminato da questo pensiero: “L’umanità è composta da un preciso numero di gruppi tipologici”, ed ogni individuo in quella grande sala rientrava in una di queste tipologie. Trascorre la serata studiando gli ospiti: come mangiano, come sorridono, come gesticolano, come si muovono, l’espressione del viso e il tono della loro voce: la somiglianza tra alcune persone era così forte che sarebbero potuti essere scambiati per parenti, pur non avendo alcun rapporto di parentela. Intuisce che non tutti gli individui appartenenti ad un certo gruppo soffriranno della stessa malattia, ma che ognuno reagirà in modo abbastanza simile a qualsiasi tipo di malattia.

Nello stesso anno si reca nel Galles e scopre i primi 3 dei 38 rimedi che avrebbero costituito il suo metodo terapeutico, i famosissimi Fiori di Bach: Impatiens (IMP), Mimulus (MIM) e Clematis (CLE).

Edward Bach: la sua nuova filosofia e una valigia di scarpe

Nella primavera del 1930 Edward Bach, a 43 anni, si accinge ad iniziare una nuova attività, con un’impostazione di lavoro completamente diversa. La decisione di abbandonare il suo lavoro sui nosodi è ovviamente osteggiata da tutti i suoi amici e collaboratori più stretti, poiché all’epoca Bach è considerato un genio dal brillante futuro, il suo laboratorio occupa persone a tempo pieno, e gli rende circa 5000 sterline l’anno. Lascia Londra dopo aver ceduto il laboratorio, bruciato gli scritti e le pubblicazioni e gettato via il contenuto dei flaconi di vaccino.

Edward Bach - Fiori di Bach

Arrivato in Galles si rende conto di aver preso con sé una valigia di scarpe, anziché quella con gli strumenti per il suo lavoro. Le scarpe, in effetti, diventeranno gli strumenti del suo lavoro, poiché egli andrà a spasso da allora fino alla fine dei suoi giorni a cercare i preziosi fiori.

Edward Bach: la rugiada e il metodo di preparazione dei primi rimedi

Una mattina di maggio all’alba, mentre sta attraversando un campo ancora bagnato di rugiada, lo colpisce l’idea che ogni goccia di rugiada dovesse contenere parte delle proprietà della pianta sulla quale era posata, poiché il calore del sole doveva magnetizzare fortemente l’acqua con i principi attivi della pianta stessa. Comprende che i rimedi ottenuti in questo modo avrebbero contenuto tutte le proprietà perfette e incontaminate delle piante e che il calore del sole sarebbe stato fondamentale nel processo di estrazione.

Scoprirà sei nuovi rimedi, facenti parte di quel gruppo che prenderà poi il nome di “Dodici guaritori”. Tra il 1931 e il 1932 scopre gli ultimi tre guaritori tra cui Water Violet (WVI), Gentian (GEN) e Rock Rose (RRO).

Segue in questo periodo una lunga corrispondenza con l’ordine dei medici che invita Bach a sospendere le sue pubblicazioni sui giornali locali, poiché in netto contrasto, secondo loro, con il codice deontologico.

Nel 1933 scopre altri quattro rimedi che chiamerà “Rimedi d’aiuto”, poiché li considera utili in quelle persone dove il tormento e la preoccupazione per la malattia sono diventati parte integrante del carattere stesso.

In questo stesso periodo nasce, dall’unione di tre rimedi, il famoso Rescue Remedy, che verrà poi perfezionato nella formula che tutti conosciamo, comprendente cinque fiori.

Edwad Bach: Mount Vernon e l’ultima parte della sua missione

Nel 1935 si stabilisce nel villaggio di Sotwell, in una piccola casa chiamata Mount Vernon, che diventerà il suo quartier generale e che oggi è sede del Bach centre. Bach si accorge che la sua ricerca è lungi dall’essere conclusa, e nel marzo 1935 scopre il primo rimedio della nuova serie, Cherry Plum (CHP). Nell’arco di pochi mesi scopre tutti i restanti 19 fiori che, insieme a quelli già scoperti, compongono il sistema floreale oggi conosciuto.

Mount Vernon - Edward Bach

La sensibilità di Bach è ormai talmente elevata che percepisce il rimedio accusando prima il dolore fisico nel suo corpo, questo difatti è un periodo molto gravoso, proprio per le intense crisi di cui soffre.

Nel 1936 riceve un ulteriore notifica da parte dell’ordine dei medici riguardo all’utilizzo di assistenti non qualificati. Egli, che ormai desiderava essere conosciuto come “erborista”, risponderà come segue:

Al presidente dell’Ordine dei medici               

Egregio Signore, Avendo ricevuto la notifica da parte del consiglio dell’ordine riguardo alla mia attività con assistenti non qualificati, è giusto che v’informi del fatto che, in effetti, questo è vero e che continuerò a farlo. Come peraltro avevo già comunicato all’ordine, io penso che sia privilegio e dovere di ogni medico insegnare a tutti come guarire se stessi …

Avendo dimostrato che i fiori di campo sono semplici da usare e hanno poteri curativi meravigliosamente efficaci, io ho abbandonato la medicina ortodossa.

Cordialmente,  Edward Bach

Verso la fine di Ottobre del 1936 le forze cominciano ad abbandonarlo, istruisce i suoi tre fedeli collaboratori, tra cui Nora Weeks e Victor Bullen, in modo che possano proseguire il suo lavoro di prescrizione e conferenze, così come lui l’ha ideato e messo a punto.

Edward Bach lascerà questa vita nel sonno, la sera del 27 novembre 1936.

Se vuoi conoscere maggiori dettagli della vita di Edward Bach e di come è arrivato a formulare i suoi famosissimi rimedi, puoi scaricare le mie risorse gratuite e all’interno del book “Flores Generant Virtutes – Un Fiore per ogni Emozione” troverai la sua biografia completa.

Con le mie prossime “Gocce di Natura” ti suggerirò un libro molto bello e interessante per approfondire il modo in cui Bach ha individuato tutti i 38 Fiori del sistema da lui messo a punto. Se non sei ancora iscritto puoi farlo qui!

 
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